Green

Well, take me back down

where cool water flow, yeah.

Let me remember things I love.

(Creedence Clearwater Revival)

Neanche il tempo di nominarlo, che il buon Fabster ha ben pensato di darmi nuove istruzioni e qualche accorgimento al programma.

Come volevasi dimostrare, devo intensificare le mie camminate, perché dopo un mese e mezzo di allenamento, iniziano ad essere poco stimolanti per il mio metabolismo.

Non è una questione di chilometri percorsi o di ritmo, ma bensì di tempo di allenamento. Devo cercare di avere dei workout che superino i 90 minuti, così da bruciare più calorie.

Urge quindi una riorganizzazione delle mie routine per fare in modo di incrementare i tre allenamenti infrasettimanali di power walking, incastrando il tutto con gli impegni di lavoro e i miei doveri e piaceri familiari.

Fortunatamente sono riuscito ad adattare facilmente in corsa i programmi di questa settimana: Mercoledì sono andato a piedi da casa fino a piazza San Carlo in centro, per un totale di 10km fatti in 130 minuti, bruciando ben 698 calorie; Venerdì invece, approfittando dei primi scampoli di primavera, ho deciso di andare in metro fino a Cernusco sul Naviglio per poi percorrere la Martesana a ritroso fino a casa, macinando altri 10km in 138 minuti, bruciando 680 calorie.

Ad essere sinceri ho preferito di gran lunga il secondo percorso, soprattutto perché correre lungo il fiume, a contatto con la natura, mi fa ricordare le cose che amo del trail running.

La via lungo la Martesana è un percorso ciclabile con pochissimi attraversamenti stradali ed immerso nel verde, un paradiso per bikers, runners e rollers che abitano in città e sono costretti solitamente a ben altri scenari.

Tra l’altro, rispetto a quanto si può osservare nel tratto che attraversa l’area metropolitana milanese, il paesaggio e le caratteristiche idrobiologiche del Naviglio cambiano decisamente muovendosi verso nord: l’acqua scorre fresca e trasparente, le rive sono popolate da uccelli di ogni specie e la vegetazione cresce rigogliosa.

Le nutrie e le cornacchie cedono il posto ai germani reali, alle gallinelle d’acqua e ad altri buffi uccelli dal becco colorato di rosso e arancio e sopratutto si intravedono finalmente anche i pesci che si rifugiano dai predatori tra le piante acquatiche che caratterizzano questa parte del canale.

Quest’ultimo punto è probabilmente quello che più mi ha sorpreso: il fondale del canale a Milano è basso, scuro e sporco di detriti di ogni genere, la maggior parte proveniente dagli scarichi abusivi; da Cernusco in su è decisamente più pulito e ricorda molto di più il letto di un torrente.

L’alveo, sicuramente più profondo, è ricco di una fitta flora fluviale, completamente assente da Vimodrone in giù. L’acqua trasparente mostra, durante tutto il tragitto, verdi ciuffi di erba coltellina affiorare a pelo d’acqua, accarezzati dalla corrente che in questo tratto scorre più veloce. Queste piante acquatiche sembrano quasi congiungersi con le fronde dei salici piangenti, come fossero crini di un’unica folta chioma verdastra.

I riflessi dei tanti alberi che crescono sugli argini e questa incredibile vegetazione sommersa, regalano alle acque di questo tratto un intenso colore smeraldo, contrastato solo dai riflessi giallo oro delle ginestre e dagli alberi in fiore che, in questo periodo dell’anno, abbelliscono ancora di più il naviglio rendendolo un piccolo fiume verde...

Creedence Clearwater Revival – Green river – Green River (1969)

Un pensiero su “Green

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *