This people, my people,
Sea people come back to the sea.
(Ina Wroldsen)
Prima di addormentarmi oggi voglio raccontarvi come è andata la mia avventura in Liguria, siete pronti?
3, 2, 1… Via!
Tutto inizia con il profumo intenso del mare ed il conto alla rovescia che da ufficialmente il via alla decima edizione della Maremontana 2019, in una calda domenica di fine Marzo.
Riscaldati ed illuminati da un’incredibile giornata di sole, che sembra quasi estiva, centinaia di appassionati di fitwalking e nordic walking di tutte le età e dalle ambizioni differenti, muovono all’unisono il loro primo passo verso la vetta.
Per l’occasione ho rispolverato il kit del piccolo trail runner, perfetto per queste occasioni: zainetto da trail con camelbag incorporata con due litri di acqua fresca, fischietto e telo di sopravvivenza obbligatori in ogni manifestazione di questo genere, salviette, giacca a vento impermeabile con cappuccio, maglia termica a maniche lunghe, pantaloni lunghi, cappello con visiera, bicchiere ripieghevole, barrette energetiche, integratori liquidi ed ai piedi le mie comodissime Mizuno Wave Mujin IV.
Si parte stretti stretti dal lungomare di Loano, da dove si percorrono un paio di chilometri, tra i fitti carruggi che si intrecciano e si aprono nelle piccole e variopinte piazzette del centro. Poco dopo si raggiungono i sentieri e le mulattiere che conducono in cima ai monti, che proteggono la cittadina ligure dai forti venti tipici di ponente, per poi scendere nuovamente a valle e ritornare al mare.
Dallo stesso punto, qualche ora prima, più di un migliaio di runner, provenienti da tantissime nazioni differenti, avevano salutato il sorgere del sole sfidandosi su tre diverse distanze, a seconda della loro follia e della loro preparazione atletica: 20km, 45km e 60km con pendenze sempre più importanti fino a toccare i 3640m di dislivello positivo.
Differentemente dal nostro gruppo, i runner hanno iniziato il loro percorso affondando i loro primi passi proprio sulla spiaggia. Noi questo onore dovremo meritarcelo completando l’intero percorso e concludendolo proprio in riva al mare.
L’anno scorso ho partecipato e mi sono innamorato del trail da 20km con 986D+, non solo per gli scenari mozzafiato, ma per la meticolosa organizzazione dimostrata in ogni fase della gara.
Quest’anno ho dovuto prendere decisioni diverse, sia perché il mio programma prevede tappe più graduali, sia perché l’orario di partenza delle gare competitive risultava davvero improponibile. Considerando infatti la distanza da Milano e dovendo fare i conti perfino con l’ora in meno di sonno dovuta all’entrata in vigore dell’ora legale, mi sarei dovuto svegliare in piena notte o arrivare un giorno prima e pernottare in zona.
Per questo motivo oggi faccio parte di questo folto e variegato gruppo di trail walkers che affronterà un percorso di 14km non competitivo con un dislivello positivo di 508m, percorrendo gran parte dei sentieri fatti l’anno scorso, ma con uno spirito sicuramente differente.
La prima cosa che si nota rispetto ad una gara competitiva è che mancano gli episodi di bagarre e di confusione iniziale al momento del via, in cui i professionisti si fanno strada tra la folla, cercando di staccare il più possibile il gruppo, assumendo subito un buon ritmo e affiancando, o addirittura sfidando, le lepri che, come cronometri infallibili, scandiscono inesorabilmente il pace prestabilito.
Nonostante la assenza di questi sani ma agguerriti momenti di assoluto agonismo, alla prima salita il gruppo dei fuggitivi più in forma, stacca il resto della comitiva, ed immediatamente il gruppo si sfalda in almeno tre schieramenti, mostrando al pubblico le ambizioni, le motivazioni e le possibilità di ogni singolo partecipante.
Io stringo i denti e rimango aggrappato con il gruppo degli inseguitori composto da ragazzi e ragazze molto più giovani di me e assolutamente più in forma di me, ma che se avessero anche solo un pizzico della mia determinazione e grinta probabilmente sarebbero insieme al primo gruppo.
Insieme, dopo un paio di pendenze fuori ordinanza, seminiamo anche noi il gruppo in fondo, destinato ad assumere sempre di più la connotazione della gita rupestre, raccogliendo man mano chi decide di prendersela più comoda.
Seppur celata ai miei occasionali compagni di viaggio, la fatica delle prime salite si fa sentire, anche se, ad essere sincero, l’allenamento fatto sulle scale in questi mesi ha dato i suoi frutti e né il fiato, né le gambe ne stanno risentendo più di tanto.
Contemporaneamente ecco sfrecciare in senso contrario i primi corridori della 20km e della 45km, che, partendo all’alba e andando a ritmo decisamente più forte del nostro, sono già ad un passo dal traguardo.
Vederli così carichi e fieri dopo così tanti chilometri mi galvanizza tantissimo e mi fa accelerare il passo con ancora più energia.
Le prime tappe sono ancora caratterizzate da scenari dai tratti cittadini, come il Santuario dei S.S. Cosma e Damiano che si trova già nel territorio di Pietra Ligure e da dove si può scorgere uno dei primissimi panorami del porto di Loano.
Da lì in poi seguono una serie di sentieri e mulattiere più o meno strette, molti dei quali perfino in single track dove a mala pena si sta in fila indiana.
La vegetazione è qualcosa di unico che arricchisce e valorizza tutto il percorso, trasformando una semplice attività ludico motoria in un’escursione esplorativa dal forte impatto visivo e olfattivo.
Man mano che si sale di quota gli ulivi e i pini marittimi cedono il posto ai faggi e ai lecci, mentre gli arbusti di erica e di ginestra colorano di bianco e di giallo la fitta macchia mediterranea che delimita distintamente il sentiero da seguire.
Il panorama che osserviamo raggiunta ogni sommità è assolutamente fantastico e ripaga ogni sforzo impiegato per raggiungere quella quota. La leggera brezza che arriva in cima e rinfresca le nostre fatiche ha l’odore del mare.
Una delle cose più sorprendenti è la grande varietà di terreni che si alternano sotto i nostri passi: si passa dall’asfalto, alla ghiaia; dall’erba soffice, alla terra battuta; dai tratti ricoperti di foglie secche e rametti spezzati, alle pietraie colme di appuntiti ciottoli color rame.
I tratti più difficili, e allo stesso tempo più affascinanti sono le lunghe discese di pietra che riportano verso il mare: vere e proprie strade, lastricate con enormi rocce lisce che formano un vero e proprio manto come in un’antica strada romana, levigate così tanto dalla natura da sembrare un’unica colata lavica marmorea.
Il grip firmato Michelin delle suole delle mie Mizuno e qualche accorgimento rubato dai consigli del buon Fabster, mi permettono di scendere abbastanza velocemente senza mai cadere, evitando con destrezza anche i primi runner della 60km che mi sfrecciano accanto ad una velocità inaudita nonostante l’instabilità del terreno e le tante ore sulle loro gambe. La loro forte esperienza e preparazione, unita all’aumento di adrenalina in vista del traguardo ormai vicino, fanno si che vadano giù su quelle rocce veloci e prorompenti come fossero pietre rotolanti e al tempo stesso eleganti e precisi come etoile che danzano sulle punte.
Completato anche questo tratto, prima di tornare nel circondario cittadino, attraversiamo alcuni terreni terrazzati dove crescono rigogliosi tantissimi ulivi secolari protetti da eccellenti e altrettanto antiche mura a secco, che da secoli fanno da guardiani a quei preziosi tesori naturali.
L’improvviso ritorno dell’asfalto rompe l’atmosfera poetica che si era creata fino a quel momento, ma ci ricorda che l’arrivo è vicino. Un paio di curve infatti e si arriva sul lungo mare dove iniziano a scorgersi e a sentirsi i vari sostenitori che trasmettono per osmosi una ricarica di energia supplementare agli altri corridori che nel frattempo ci superano con estrema disinvoltura.
Una freccia a sinistra appoggiata ad una transenna ci indica l’ultima svolta prima del traguardo. Dopo 14 meravigliosi chilometri di sali e scendi ecco il tanto atteso passaggio in riva al mare.
Nonostante sia il tratto più stancante della camminata, per via della sabbia che sprofonda sotto ogni passo, gli ultimi 500m sono indimenticabili.
Amici, familiari, curiosi e tutto il popolo del mare, che si trova lì per godere della giornata di sole, sono li ad aspettarci. Sono tutti in spiaggia ad acclamare ogni singolo arrivo come fossimo eroi al ritorno da una battaglia. Gli uni davanti agli altri creano un vero e proprio corridoio umano fino al traguardo, trasformando un semplice arrivo in un vero e proprio rito d’iniziazione.
Gli applausi, le urla e l’accoglienza di questa gente celebrano coloro i quali sono partiti impavidi stamattina e sono tornati più forti in virtute e canoscenza, ritornando dove tutto era iniziato, ritornando a mare.
Ina Wroldsen – Sea – Hex (2018)
La prossima volta vengo anche io! Leggendo il tuo racconto mi sono immedesimata! Sei troppo bravo a scrivere Fra!
Grazie tesoro! Troppo buona!
I trail in Liguria sono meravigliosi! Prossimo anno facciamo insieme la Maremontana da 20km o qualcosa di simile in quella zona, ok?