Tomorrow is another day
And when the night fades away
You’ll be a man, boy!
But for now it’s time to run,
it’s time to run!
(Woodkid)
Oggi vi racconto la strana giornata di ieri, con cui si è concluso anche il terzo ciclo di questo programma infinito, giungendo finalmente a metà del percorso, essendo quella appena trascorsa, l’ultima domenica delle prime 21 settimane di allenamento.
Non è stata una domenica semplice, anzi sembrava proprio volermi avvisare che i prossimi 147 giorni, saranno ancora più tosti di quelli trascorsi.
Ma andiamo con ordine:
Sveglia alle 7. Apro gli occhi con molta difficoltà. Fuori è già giorno ed in camera fa già caldo come fosse piena estate ed invece è solo il 16 Giugno. Neanche il tempo di rendermi conto di che giorno è ed il primissimo pensiero va a mia madre.
Anche oggi l’ho sognata, era felice e sorridente, sarà perché oggi è il suo compleanno e lei adorava le feste, sarà perché era sempre felice di vedermi e lo è anche quando mi fa visita in sogno.
Sono passati esattamente 10 anni dall’ultimo compleanno festeggiato insieme e sono tanti i ricordi che mi passano per la testa ed è tanta la nostalgia che stamattina mi distrae dal motivo per cui ho puntato la sveglia così presto.
La probabilità di restare a letto cercando di trasformare quelle immagini evanescenti in un vero e proprio sogno lucido è altissima, ma oggi proprio non posso, per cui mi faccio coraggio e salto giù dal letto.
Corri ragazzo, corri.
Andrò a correre per non pensarci più o forse andrò proprio perché la mente possa vagare e ricordare qualche dettaglio in più.
Corro per tornare indietro nel tempo e rivivere quei momenti felici, corro per andare avanti e distrarmi con i miei pensieri ed obiettivi quotidiani.
Durante il tratto che separa il letto dalla cucina continuo a sussurrarmi queste parole disorientate, cercando di trovare la giusta motivazione per trasformare la nostalgia in energia.
Mentre sorseggio il mio profumatissimo americano all’aroma di nocciole (God bless Rob and Sav per avermi portato nuove scorte dagli States!), ecco che appare un altro pensiero dissuasivo: inizio ad avere un principio di mal di testa tipico da hang-over.
Si perché il giorno prima ho preso una vera e propria sbornia di sole inaudita, galleggiando a mollo in piscina a casa di amici. Erano anni che non stavo così tanto tempo a cuor leggero e col sole in fronte. Giornata splendida, ottimo cibo e meravigliosa compagnia.
Oggi però non riesco a tenere aperti gli occhi e quando li chiudo vedo ancora il riflesso del sole sulla piscina.
Neanche questo ostacolo oggi può fermarmi, per cui sorseggio il mio caffè, mi vesto velocemente, e scappo fuori da casa continuando a ripetere la stessa litania:
Corri ragazzo, corri.
Mi aspettano almeno altre due ore di sole sulla Martesana prima di raggiungere il tanto atteso punto di non ritorno. Si perché da domani, infatti, quando la notte svanirà lasciando il posto ad un nuovo giorno, spero più fresco di oggi, sarà sempre più vicino il traguardo rispetto alla partenza ed inizierà il conto alla rovescia al day-zero.
Una volta fuori l’impatto con l’aria calda è così forte da sembrare freschissimo il ricordo del mio risveglio. Il caldo di oggi invita a fare qualsiasi attività all’aperto tranne che correre. Chiedo a Siri che tempo faccia e con grande sorpresa noto che la temperatura supera addirittura i 30ºC.
Per un attimo mi balena l’idea di rimandare la corsa domenicale in notturna, ma so che sarebbe ancora peggio con una giornata di lavoro alle spalle, per cui mi faccio coraggio e mi dirigo verso il naviglio in cerca di frescura.
Arrivo boccheggiando all’imbocco del parco della Martesana e, ricordando le sante parole di mia madre, mi bagno la testa con l’acqua della fontanella ed inizio a fare quello che continuo a dirmi insistentemente da un paio d’ore: finalmente ora è tempo di correre.
Corri ragazzo, corri.
Corro anche oggi per 10km lungo il naviglio piccolo, da casa al confine tra Vimodrone e Cologno, corro bruciando ben 1360 calorie ad un ritmo di 8’50”/km. Corro sognando le tortuose strade elleniche all’ombra dei pini e degli ulivi, corro immaginando il soffio del Meltemi che spero possa accompagnare il mio cammino verso l’Acropoli, qualora fosse ancora caldo a Novembre, corro immaginando come premio un calice di Retsina fresco, dopo una lauta cena a conclusione della mia prima maratona, sperando che vada tutto per il meglio.
Non a caso durante il tragitto di ritorno, un altro pensiero disturba la mia corsa domenicale ed interrompe la visione della mia succulenta cena di gloria.
Prima di rientrare a Milano, scorgo un ciclista sul ciglio della strada che disinfetta la gamba sanguinante, mentre i suoi compagni raddrizzano la sua bici come esperti e fedeli gregari pronti ad ogni intervento.
Osservando quel trio così sereno ed abituato a gestire quegli imprevisti inizio a pensare a quanto sia probabile avere degli infortuni o altre difficoltà in occasioni del genere, essendo il corpo sotto stress per un periodo così lungo come quello di una maratona e non vi nascondo che questo un po’ mi spaventa.
Spero che questo programma serva anche per abituare il corpo e la mente a quella sfida e a come arrivare concentrato e preparato ad ogni evenienza.
Sono sicuro che il buon Fabster sarà estremamente prezioso e premuroso nel dispensare utili consigli una volta che inizieremo l’ultima fase dì allenamento che oltre a forgiare il corpo servirà a preparare la mente ad ogni difficoltà.
Fino ad allora l’unica cosa a cui devo pensare è quella di allenarmi, affrontando ogni difficoltà con lo stesso approccio avuto oggi.
Domani è un altro giorno e sarà ancora una volta tempo di correre.
Corri ragazzo, corri.
Woodkid – Run boy run – The golden age (2013)
Fra! E’ stato uno dei miei post preferiti. Complimenti per il 50% del traguardo raggiunto!!! Grandissimo!!!
Grazieeeeee Steffy!!!