Sacred place

Questo è un luogo sacro,

dove le onde greche

vengono a cercare le latine;

e qui si fondono formando

nella serenità del mattino

un immenso bagno di purissimi

metalli scintillanti nel liquefarsi,

e qui si adagiano rendendo,

tra i vapori della sera,

imagine di grandi porpore cangianti

di tutte le sfumature delle conchiglie.

È un luogo sacro questo.

(Giovanni Pascoli)

Sono passate quasi tre settimane dall’ultimo post e, a causa delle tante cose da concludere e da riprendere a fine estate, non c’è stato verso di trovare il tempo per raccontarvi nel dettaglio i miei progressi.

Cercherò di recuperare prima possibile, pubblicando nei prossimi giorni più post.

Ma andiamo con ordine: come vi avevo anticipato, ho dedicato le due settimane delle mie ferie ad Agosto per allenarmi per affrontare la prima mezza maratona di questo programma, ma prima di condividere con voi nel prossimo post il racconto di come sia andata, vorrei accennarvi qualche aneddoto sugli altri workout settimanali fatti in Calabria.

Innanzitutto, come è ovvio che sia a questo punto del programma, ho corso quasi ogni giorno, percorrendo più di 150km in due settimane.

Il programma prevedeva sessioni di workout incrementali e diverse ripetute che man mano hanno preparato le mie gambe ai fatidici 21k che segnano la distanza della mezza maratona.

Siccome per gli allenamenti più intensi ho utilizzato spesso le stesse tratte già descritte nei precedenti racconti, mi piacerebbe illustrarvi con più dettaglio i momenti in cui ho avuto modo di esplorare in lungo e in largo questo luogo sacro, seppur facendo attività decisamente meno impegnative.

Ho effettuato una delle sessioni di power walking a Scilla, dopo una bellissima giornata al mare con tutta la famiglia, dove le onde greche vengono a cercare le latine, là dove il meraviglioso Castello Ruffo domina dal promontorio l’intera costa, come avamposto sulle rotte marittime, là dove colei che dilania e colei che risucchia vegliano fameliche a guardia dello Stretto.

Quel pomeriggio ho camminato a passo veloce da Scilla a Favazzina, costeggiando uno dei tratti più belli della Costa Viola.

I 5km di questo tragitto si sviluppano sulla Statale 18 e offrono a chiunque la percorra, degli scorci sulle calette e sul litorale davvero incredibili.

Il tratto purtroppo, essendo molto trafficato, è altrettanto pericoloso e bisogna fare molta attenzione alle auto che sfrecciano, ignare della presenza di pedoni a bordo della carreggiata. Questo non impedisce ai tanti bikers e ai runner di percorrerlo quotidianamente.

Dovendo solamente camminare ho avuto la possibilità di restare sempre in sicurezza, scegliendo ogni volta le traiettorie migliori che potessero offrirmi più visuale sulle auto in arrivo, ma, ad onor del vero, la concentrazione è rimasta sempre alta.

Decisamente più sicuro ed incantevole il primissimo tratto, perché si snoda tra le viuzze di Chianalea, quartiere incantevole di Scilla, dove le abitazioni dei pescatori sono state costruite direttamente sugli scogli a picco sul mare, creando dei caratteristici corridoi che si affacciano sull’azzurro del golfo, le cui acque trasparenti sono ornate da tutte le sfumature delle conchiglie.

Una volta raggiunta la mia meta, mi sono concesso come premio una eccezionale granita ai fichi da Peppino, che forse ha reso vano ogni sforzo in termini calorici, ma mi ha regalato attimi di soddisfazione davvero indimenticabili.

Qualche giorno dopo, ho sostituito il workout sulle scale con una scalata di quasi 200m di dislivello, risalendo dalle spiagge di Rovaglioso. Trenta minuti molto intensi dopo una mattinata trascorsa nella caletta più bella della città di Palmi.

Il nome attuale dovrebbe derivare dalle espressione dialettale calabrese ‘ddocu agghiusu (laggiù), che indica perfettamente e con estrema semplicità dove si trova la caletta rispetto al centro del paese.

Il nome antico invece, con molta probabilità, era Porto Oreste, in quanto la leggenda narra che Oreste, figlio del re di Micene, Agamennone, perse la ragione dopo aver commesso matricidio e si rifugiò in mare per espiare le sue colpe. Approdato sulle rive di Rovaglioso, si mosse alla ricerca di un fiume alimentato da sette affluenti, come indicato dalla profezia dell’oracolo di Delfi a cui si era rivolto per curare la sua follia. Immergendosi sette volte in queste sacre acque avrebbe ritrovato il senno e così fu. Il fiume corrisponderebbe al Metauro, antico nome del Petrace, che sfocia a pochi chilometri a nord di questi luoghi, le cui acque placarono le Furie che alimentavano la pazzia di Oreste e che si trasformarono in Eumenidi, ripristinando l’ordine naturale delle cose.

E pensare che qualche anno fa, bisognava percorrere un tortuoso e dissestato sentiero, nascosto dai rovi e dai canneti, per raggiungere la spiaggia e questo riservava l’accesso a pochissimi fortunati avventurieri.

Oggi si accede alla scogliera attraverso un centinaio di comodi scalini che accompagnano dolcemente il sentiero fino alle rocce dove approdò il principe miceneo, lasciando ogni visitatore estremamente meravigliato nello scoprire i tanti anfratti plasmati, nel corso dei secoli, dalle onde e dal vento.

Ancora più incantevoli ed uniche sono le due conche naturali che si trovano risalendo le scogliere verso sud, separate dal mare aperto da una vera e propria cinta di scogli e asperse soltanto dalle onde più alte e dalle maree che qui si adagiano rendendo, l’acqua sempre tersa e fresca.

Qui un tempo le donne potevano immergersi lontano dagli occhi indiscreti degli uomini, che invece popolavano spavaldi gli scogli adiacenti. Per questo motivo i Palmesi usano chiamare questo posto ancor oggi il bagno delle femmine.

Sul fondale di una delle due lagune sgorga una sorgente di acqua dolce che crea una sorta di piscina in cui le acque si fondono formando un oasi unica al mondo.

Dopo un’esperienza così, avrei potuto affrontare qualsiasi salita al ritorno a casa, ed infatti il workout di rientro, seppur sotto un sole incandescente, è stato effettivamente lieve al solo pensiero di quanta bellezza i miei occhi increduli avevano ammirato.

Oltre a Rovaglioso e Scilla ho avuto modo di completare tantissimi workout resi ancora più speciali dai luoghi che hanno fatto da cornice alle mie fatiche.

Da quelli svolti nella serenità del mattino, dove l’aria non è ancora pervasa dall’afa e dalla luce intensa e accecante; a quelli dopo il tramonto, tra i vapori della sera che avvolgono quei paesaggi marini, ormai stanchi e appagati, regalando l’imagine di grandi porpore cangianti che accompagnano il calare del sole nel suo lento svanire dietro la silhouette fumante dello Stromboli.

E tutto ad un tratto tutto volge al silenzio e alla pace del crepuscolo, tinto di indaco e cobalto. È davvero un luogo sacro questo.

Ralph Towner & Paolo Fresu – Sacred place – Chiaroscuro (2009)

4 pensieri su “Sacred place

  1. Fantastici dettagli😊la Calabria raccontata da un calabrese doc❤️
    e ogni dettaglio è un’emozione forte ❤️.
    😊😊Le sai tutte !! 👏👏

    1. Grazie Gabri! Ci sarebbe da fare un blog dedicato solamente alle meraviglie della nostra terra! Io prendo solo ispirazione e motivazione da questa bellezza unica al mondo!

  2. Secondo me dovresti seriamente prendere in considerazione la possibilità di scrivere un racconto:)
    I complimenti per l’impegno, la costanza e la tenacia che metti ogni giorno in ogni singolo allenamento sono ormai scontati.

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