Cannon shot

The flat boom of a cannon shot

echoed from the cliff

at the entrance to the lagoon

and reverberated across

the still waters of the wide bay

(Wilbur Smith)

Ogni tanto penso a quel giorno, agli attimi prima della partenza, ai centinaia di pensieri che passeranno per la testa delle migliaia di anime sconosciute che si ritroveranno fianco a fianco sulla linea di partenza a Maratona, respirando all’unisono in attesa del via, come un unico cuore che pulsa allo stesso ritmo seppur con motivazioni diverse.

Paura, euforia, concentrazione, frenesia, impazienza, eccitazione, apprensione. Emozioni intense, ma completamente differenti l’una dall’altra, che in una frazione di secondo, allo sparo di cannone, si trasformeranno in adrenalina pura, che alimenterà, come un reattore naturale i primi minuti della gara.

Per arrivare in fondo, però, servirà ben altro. Completare questo allenamento mi darà le basi per reggere fisicamente i 42K ad un ritmo più alto di quello corrente, ma l’ingrediente fondamentale sarà la forza mentale che dovrà accompagnarmi per tutto il tragitto.

Da Agosto in poi ho iniziato ad allenarmi su entrambi i fronti contemporaneamente e più seriamente, coprendo distanze sempre più lunghe e cercando man mano di elevare anche il ritmo gara.

Da questo punto di vista, il primo appuntamento veramente impegnativo è stato la mezza maratona che ho avuto modo di affrontare, per la prima volta in questo programma, durante le mie ferie in Calabria.

Per fare in modo di trovarmi pronto per i 21K, ovviamente non bastavano le sessioni lente o brevi descritte nel post precedente, ma ho dovuto macinare tantissimi chilometri di corsa, percorrendo nei giorni antecedenti più volte con ostinazione lo stesso tratto che dal centro di Palmi porta alla Tonnara e quello sul lungomare dall’Ulivarella ai Due Pini, apportando ogni volta piccole varianti, giusto per fugare la monotonia.

Proprio per non incorrere in un circuìto ripetitivo, il giorno fissato per la mezza ho deciso di provare a variare il solito percorso risalendo verso Seminara, il paese limitrofe più vicino alla zona urbana di Palmi, prima di scendere nuovamente al livello del mare.

Il tratto di 5km che unisce i due comuni si snoda su una provinciale poco trafficata e costituita per lo più da un falso piano che non ha affaticato più di tanto il mio esercizio. Una serie di lievi discese e salite che, andata e ritorno, fanno acquistare al percorso un dislivello positivo solo di un centinaio di metri.

Parte di questo tratto è ombreggiato dal bosco che da là in poi risale verso la cima del monte Sant’Elia e da centinaia di uliveti che contraddistinguono questa zona.

A parte qualche cane intento a proteggere la proprietà del suo padrone abbaiando e digrignando i denti, non mi sono imbattuto in episodi degni di nota.

L’unica cosa che mi è rimasta in mente è aver incontrato durante la corsa diverse macchine con all’interno dei musicisti vestiti d’ordinanza e con in braccio i propri strumenti.

È stato buffo vederli stipati nelle loro utilitarie, tra le grancasse, i tromboni e gli altri fiati. È stato facile capire chi fossero e dove stessero andando: la banda di Seminara, infatti, si accingeva a raggiungere Palmi per accompagnare con le proprie melodie i festeggiamenti in programma per quella domenica.

In effetti mi sono dimenticato di informare chi di voi non è avvezzo delle tradizioni popolari del mio paese natale, che l’ultima domenica di Agosto si è celebrata una delle ricorrenze più famose ed importanti di Palmi: la Varia.

Durante questa maestosa e straordinaria festa popolare, si celebra e viene rappresentata l’ascensione della Madonna in paradiso, tramite la sfilata di un’imponente macchina a spalla che attraversa solenne e giubilante, il corso e la piazza principale del paese, gremito di migliaia di increduli e trepidanti osservatori.

Ancor oggi non ha una cadenza regolare, ma ogni qual volta viene organizzata, rende ancora più speciale l’estate palmese.

La struttura è costituita da una base in legno massiccio secolare che slitta, attraverso dei pattini di acciaio, direttamente sul lastricato di granito di corso Garibaldi, trainata e spinta da centinaia di ragazzi appartenenti alle differenti corporazioni della città: gli ‘mbuttaturi.

U cippu, così chiamata la parte sottostante del carro votivo, sorregge un telaio in metallo di forma conica, ornato da una deliziosa struttura di carta pesta che riprende le forme di una nuvola argentea. Il telaio, infatti, è impreziosito dalla luccicante polvere di mica proveniente dall’Aspromonte e cela il portentoso ingranaggio che move il sole e l’altre stelle e raffigura il firmamento avvolto nelle nuvole dove gli angeli in volo, accompagnano la salita al cielo di Maria, che lascia il suo corpo terreno all’interno della bara, o anche vara o varia, da cui prende il nome l’intera manifestazione.

Gli angeli, per questioni di sicurezza, vengono rappresentati da bambini veri solo nella parte bassa del carro, e sostituiti in alto con delle bambole dal viso di porcellana che volteggiano attraverso quei meccanismi rotanti. In cima, invece, troviamo due persone in carne ed ossa a rendere ancora più unico quello spettacolo in movimento: il Padre Eterno e l‘Animella.

L’Animella è una bambina che viene eletta dalla popolazione nei giorni precedenti e durante la manifestazione, vestita di bianco e avvolta da un manto azzurro, viene posta in cima alla Varia a simboleggiare l’ascesa al cielo dell’anima della Vergine Maria e dall’alto dei 16m di altezza, saluta e benedice la folla, oscillando significativamente avanti e indietro.

Vista l’altezza davvero significativa, la bambina viene sostenuta e rincuorata per tutto il tragitto da un’altra figura, il Padre Eterno, anch’egli eletto dai cittadini palmesi, che, interpretando il ruolo di Dio mentre accoglie e accompagna la madre di suo figlio in paradiso, garantisce la sicurezza della bambina e la sua serenità.

Tornando al mio allenamento, una volta rientrato a Palmi ho ripercorso a ritroso la strada fatta all’andata, giungendo proprio all’inizio del corso dove la Varia, attendeva, ancora nascosta da un telo, il colpo sordo del cannone che avrebbe dato il via, alle 19 in punto, alla scasata ed ai festeggiamenti previsti quella domenica.

È stato in quel momento che ho pensato di percorrere proprio lo stesso tratto che qualche ora più tardi gli ‘mbuttaturi avrebbero percorso trainando la Varia.

Marinai, Bovari, Carrettieri, Contadini e Artigiani avrebbero tinto da lì a poco le vie del centro dei colori delle loro insigne: blu, arancio, giallo, verde e cremisi, raccogliendo l’incitamento e le preghiere della folla, prima di giungere dove mi trovavo in quel momento per affrontare la loro missione.

Avrò camminato quel tratto milioni e milioni di volte nella mia vita, ma farlo quel giorno immaginando cosa sarebbe successo dopo qualche ora e riflettendo anche su quello che stavo compiendo io stesso, correndo la distanza di una mezza maratona e avvicinandomi sempre più ad Atene, è stato quasi epico.

L’intera manifestazione dura pochissimi minuti, mentre io ad Atene dovrò correre per almeno sei ore di seguito, vivendo un’emozione altissima e prolungata.

Una volta in fondo al corso ho virato verso la Cittadella passando sotto la Villa Comunale, sotto quella magnifica terrazza, dove la vista spazia dal Monte Sant’Elia a Capo Vaticano, regalando ogni giorno al tramonto uno spettacolo sempre differente e sempre emozionante, tramonto che, riverberandosi sulle acque tranquille dell’ampia insenatura della Marinella e dello stretto, illumina uno dei panorami più belli della città e di tutta la Costa Viola.

In lontananza quel giorno si poteva ascoltare una melodia strumentale suonata proprio da quei musicisti che all’inizio del mio workout partivano da Seminara e che nel frattempo, durante i mie primi 12km, avevano iniziato in Villa a provare le musiche che avrebbero accompagnato la sfilata delle corporazioni, prima del leggendario sparo di cannone.

Da lì in poi è stato come percorrere un tratto estremamente familiare, viste le tantissime volte che ho solcato quest’estate quella strada. Questa sensazione ha alleggerito i miei ultimi sforzi, accelerando il mio pace fino a giungere a mare con tranquillità, muovendo l’ultimo passo di quei 21K proprio davanti alla fermata dell’autobus che avrei dovuto prendere da lì a breve, per ritornare a casa, decisamente appagato da questa esperienza.

Eccezion fatta delle prime salite incontrate verso Seminara, tutto sommato il workout è stato molto easy. L’unico inconveniente è stato ancora una volta il caldo, che ha reso estenuanti alcuni tratti di strada che non offrivano ripari dal sole. Fortunatamente il percorso è costeggiato da fontanili di acqua corrente freschissima che mi hanno dissetato e rinfrescato al volo, come fossero dei ristori durante la gara.

Considerando proprio quei rallentamenti alla fine ho completato in meno di 4h i 21K con un pace di 10’54’’/km, bruciando ben 2493 calorie.

Nei prossimi due mesi, oltre che immagazzinare altri chilometri nelle gambe, dovrò man mano accelerare il passo cercando di portare il mio ritmo al di sotto 8’30’’/km, così da chiudere la maratona sotto le 6h, unico obiettivo sulle tempistiche che vorrei raggiungere, ma che per quello che sto affrontando sarebbe un’ulteriore e grande delight.

Adesso la cosa più importante sarà continuare a lavorare sodo sulla resistenza, così da essere finalmente pronto a Novembre a muovere il primo passo verso Atene, appena il suono echeggierà sulle rocce all’ingresso di Maratona, subito dopo lo sparo del cannone.

Jelly Roll Marton – Cannon Ball Blues – Jelly Roll Marton (1938)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *