I’ve waited all my life
If not now, when will I?
Stand up and face the bright light
Don’t hide your eyes
It’s time, it’s time, it’s time.
(Incubus)
Ore 4:00 in punto.
Spalanco gli occhi al suono della sveglia.
Spesso quando mi sveglio in una camera di albergo o comunque non nel mio letto, impiego un paio di secondi prima di realizzare dove mi trovo, setacciando la stanza in cerca di elementi riconoscibili e familiari che possano orientarmi, fino a realizzare o ricordare di essere fuori casa.
Oggi quel passaggio è stato praticamente istantaneo. È come se il mio cervello fosse rimasto cosciente durante tutta la notte a vegliare, in attesa che il corpo si risvegliasse, pronto a rammentarmi il motivo per cui mi trovassi li.
Perfettamente in orario con quanto previsto dalla mia tabella di marcia, provo ad alzarmi in piedi dolcemente , controllando che i miei movimenti di risveglio muscolare siano fluidi, lenti e non siano maldestri.
La notte è passata abbastanza bene. Mi sento abbastanza riposato e pronto e carico per quello che mi aspetta.
Istintivamente mi avvicino alla finestra per scorgere il panorama della città, ma è ancora notte fonda.
È tempo di prepararmi ed uscire.
Aspetto questo momento da tantissimo tempo, forse da tutta la vita se penso a quello che rappresenta per me.
Tornassi indietro avrei già voluto vivere queste esperienze qualche anno fa, ma oggi all’alba dei miei quasi 42 anni, ha un sapore ancora più appagante.
Continuo a pensare: se non adesso, quando riuscirei a farlo?
Non che non sia replicabile, anzi spero proprio di poter vivere ancora questi momenti, ma viverlo oggi al culmine di un anno di sacrifici e di impegno è davvero significativo.
Forte di questo pensiero, volgo lo sguardo verso il mio equipaggiamento, senza più nascondere gli occhi dalla vista di quel numero che con orgoglio posso appuntarmi alla maglia pronto per uscire.
Esco dalla stanza per fare colazione, avrò bisogno di tante energie, ma non devo appesantire lo stomaco, che sarà soggetto ad almeno 6 ore di sollecitazioni.
4 fette biscottate e marmellata ed un tè caldo take away e via verso gli autobus che mi porteranno nell’Attica Orientale, lì dove nel 490 a.C. si svolse la famosa battaglia che diede vita al mito di Filippide.
Da questo punto di vista l’albergo che ho scelto è perfetto, perché a meno di 50m da una dei 6 punti di ritrovo per partire.
Ed eccomi qua, alle 5:55 insieme ad una cinquantina di corridori provenienti da ogni parte del mondo, in direzione Maratona.
Il viaggio non è così breve come immaginavo, così ne approfitto per chiudere gli occhi e riposare ancora un po’.
Al mio risveglio le chiare luci dell’alba illuminano il complesso sportivo della città, punto di partenza della gara.
L’organizzazione è assurda, migliaia di volontari distribuiscono acqua e coperte usa e getta per chi è già in maniche corte, io sono vestito a strati e parte dei miei vestiti li lascerò allo staff per recuperarli ad Atene.
Decine e decine di furgoni DHL raccolgono gli indumenti superflui dei corridori ed il necessaire per il post gara. Tutto è numerato in funzione del BIB number.
Arrivato allo stadio di Maratona, mi rendo finalmente conto di quante migliaia di persone siano iscritte.
C’è chi si riposa, chi già si scalda, chi fa stretching e chi invece fa già baldoria.
Tutto lo stadio è in festa.
Il meteo è perfetto, probabilmente pioverà verso pranzo, ma adesso le nuvole mitigano le luci del caldo sole greco.
Pur non facendo così freddo come a Milano, inizio a fare un po’ di riscaldamento anch’io, non voglio partire con i muscoli ancora freddi.
8:35, è arrivato il tempo di recarmi al blocco partenza numero 11, dove tutti coloro, come me, che partecipano alla loro prima maratona e non hanno ancora i tempi registrati, aspettano il via.
Al microfono annunciano in una decina di lingue l’inizio del countdown e le relative manovre di preparazione.
Non vi dispiacerà se interrompo qui il racconto, per poi riprenderlo ad Atene una volta arrivato, così da concentrarmi al meglio per l’inizio della gara.
È ora!
È arrivato finalmente il momento che tanto aspettavo.
Devo andare, se non adesso, quando?
Incubus – If not now, when? – If not now, when? (2011)
Grande Fra! Siamo “tutti accanto” a te in questa maratona, corri corri 💗
Fra! È fatta! Ce l’hai fatta! Il mio primo pensiero oggi è stato quello di aprire Strava e vedere il tuo post, leggere i 42,99km percorsi con sacrifici, costanza, perseveranza. COMPLIMENTI! Non vedo l’ora di ascoltare i tuoi racconti di persona di questa unica ed emozionante giornata. Sono fiera di te!