It’s times like these
you learn to live again
It’s times like these
you give and give again
It’s times like these
you learn to love again
It’s times like these
time and time again
(Foo Fighters)
La mente umana è così potente quanto sorprendente. È davvero incredibile come in una frazione di secondo tutto possa cambiare così repentinamente.
Fino ad un attimo prima il mio unico pensiero era quello di fermarmi e abbandonare tutto, un istante dopo quell’ultima salita, avevo un solo desiderio in testa: arrivare in fondo e tagliare il traguardo.
Tutto ad un tratto sembrava come se non avessi corso per 31km di fila, non tanto da un punto di vista fisico, la stanchezza era ancora tanta, ma a livello mentale mi sentivo nuovamente carico e sgombro da ogni tipo di preoccupazione.
È incredibile come in questi casi sia tutta una questione di testa. Nel momento in cui avevo valicato quella cuspide, ogni pensiero negativo e disfattista era sparito nel nulla e mi sentivo come nuovo.
L’aver tenuto duro fino a quel momento aveva pagato i duri sforzi e adesso era tutto in discesa e non parlo solo del dislivello.
Il fatto stesso di sentirmi di nuovo così carico, mi trasmetteva un’energia incredibile.
Se ci pensate l’andamento di una maratona come quella che stavo correndo assomiglia molto al corso della vita: per quanto tu possa essere pronto a vivere un’esistenza lunga ed impervia, qualcosa di inaspettato può giungere all’improvviso e ledere la tua serenità e il tuo equilibrio. Le avversità delle salite e degli imprevisti possono abbatterti, ma bisogna tenere duro e andare avanti.
È in momenti come questi che impari a vivere di nuovo, ancora più intensamente di prima.
Nonostante io abbia vissuto fino adesso una vita estremamente serena e pacifica, e mi ritenga estremamente fortunato da tantissimi punti di vista, ci sono stati momenti in cui mi sono sentito perso ed ho pensato di non poter superare quegli ostacoli, o momenti in cui ho avuto difficoltà a reagire dopo alcuni inattesi e spiacevoli avvenimenti che hanno turbato profondamente la mia anima.
Ma alla fine la vita ti regala sempre degli appigli, qualcuno che ti sorregge o che ti sprona ad andare avanti, qualcosa che ti distrae o che attrae la tua attenzione, e tutto ad un tratto tutto sembra più leggero e nuovamente in perfetta armonia.
Piccoli dettagli che ti permettono di voltare pagina, di superare quelle avversità, piccoli particolari che ti insegnano che la vita continua al di là di quella salita e che basta avere fiducia e continuare a correre.
Ed in quei momenti è come se imparassi ad amare di nuovo, ad amarti di nuovo, come se osservassi le stesse cose, gli stessi luoghi o le stesse persone in un modo completamente diverso da prima, più affascinante, più vero.
La stessa cosa può avvenire con la musica: ascolti lo stesso disco centinaia e centinaia di volte, ma tutto ad un tratto assume un suono decisamente differente, un significato completamente diverso.
In un attimo i testi ed i titoli delle canzoni che da anni fanno parte della colonna sonora delle tue giornate prendono vita, come se anche la musica, in momenti come questi, ti suggerisse di dare il meglio di te e andare avanti.
È quello che avvenuto a me in quegli ultimi 10km.
All my life, Best of you, Everlong, Learn to fly, Breakout e ovviamente Times like this, che da il nome a questo post, ogni canzone di quel Greatest Hits dei Foo Fighters sembrava dirmi la stessa cosa: è tutta la vita che aspetti momenti come questi, da sempre. Dai il meglio di te, scappa da ogni affanno, impara a volare e corri più veloce che puoi. Il traguardo è vicino!
In questi casi è impossibile non ascoltare la tua coscienza, specialmente se ha la voce graffiante e lo stile dannatamente grunge!
Il suono di una delle mie band preferite di Seattle rimbombava nelle mie orecchie attraverso le Powerbeats Pro, e nonostante tutto riuscivo a sentire le incitazioni della folla accorsa numerosa a supportare gli ultimi corridori in arrivo ad Atene.
Ovviamente ancor oggi ignoro cosa potessero aver gridato, ho riconosciuto soltanto la parola bravo, che chiunque esclamava a gran voce e ogni tanto riuscivo a carpire anche i numeri, comprensibili anche in greco, perché seguiti dalla parola chiliómetra (χιλιόμετρα), facilmente riconoscibile anche per assonanza all’unità di misura che misurava la mia interminabile sfida.
Il tutto suonava come una sorta di conto alla rovescia di esortazione metro dopo metro fino al traguardo.
Entrando ad Atene, ho dovuto percorrere ancora un paio di saliscendi dovuti al fatto che la strada si immette in alcuni sottopassaggi, ma al contrario di qualche km prima, il ritmo è rimasto lo stesso, tale era la voglia di arrivare in fondo.
Ho percorso la lunghissima Mesogeion Avenue, che collega Gerakas ad Atene, con un mood completamente diverso, sapevo che ormai mancava poco e mentalmente proiettavo la distanza residua ai tragitti della Martesana a me più familiari che man mano avevano la stessa lunghezza.
Quel grande viale di comunicazione attraversa i distretti di Chalandri e Cholargos, alternando parti piane a piccole discese per più di 6K quasi di rettilineo.
Superato l’ultimo viadotto che passa sotto il ponte di Katechaki Avenue, da dove decine di supporter accoglievano i corridori battendo le mani, si arriva sul viale Michalakopoulou, più corto e più sinuoso del precedente, per poi giungere, dopo vari cambi di direzione su Sofias Avenue, lasciandosi alle spalle l’Ambasciata Americana, l’Athens Music Hall ed il Park of Liberty, superando finalmente il 40º km.
In fondo alla via si trova l’entrata dello stadio, ma da lì ho dovuto percorrere più di 1km in direzione del National Garden prima di arrivare all’incrocio con l’indimenticabile Herodou Attikou Street, per gli ultimi gloriosi 600m in discesa verso la fine delle mie fatiche.
La pendenza molto favorevole, il boato della folla raccolta all’interno dello stadio e l’emozione di essere a pochi metri dal successo, mi ha trasmesso un’energia adrenalinica talmente positiva che ho percorso quell’ultimo tratto superando gran parte degli atleti che avevo davanti a me e che arrancavano già appagati verso la fine del loro calvario, con una freschezza nelle gambe, come se fossi appena partito.
Certo parliamo sempre di velocità in linea con la mia fisicità, ma è davvero assurdo come in questi momenti il cervello azzeri tutta la fatica e trovi la forza per dare e dare ancora di più fino all’ultimo centimetro.
Pensate che quest’ultimo tratto l’ho corso a 7:09’\km, ma la cosa più bella che ho potuto notare solo dopo, osservando le foto della gara, è il sorriso e la serenità sul volto del sottoscritto, felice e consapevole ormai di avercela fatta e di avere compiuto una vera e propria impresa.
L’ingresso al Panathinaiko Stadium è stato di sicuro uno dei momenti più emozionanti dell mia vita. Il marmo bianco, con cui è stato costruito in occasione delle prime Olimpiadi moderne del 1896, rende quella costruzione unica nel suo genere e quegli ultimi 170m indimenticabili per chiunque abbia la fortuna di correre e arrivare fino in fondo.
Ho tagliato la finish line esattamente dopo 6h 56m 34s, con un pace medio di 9:41’/km, bruciando, grazie anche ai 400m di dislivello positivo, ben 5442 calorie.
La cosa stranissima è che ero talmente emozionato di essere lì in quel momento, da non sentire più la stanchezza.
Sarei rimasto per ore a guardare quello stadio e quel traguardo, come fosse il tramonto che chiude l’ultimo giorno di un’indimenticabile avventura.
Con il ricordo vivido di tutti i momenti trascorsi e di tutte le sfide affrontate e con quella voglia di poterla rifare prima possibile.
Con questo post si chiude ufficialmente il racconto di questa mia challenge, la prima spero di tante altre, quella che mi ha visto partire a Gennaio di quest’anno con 30kg in più e pochissime possibilità di riuscita e che domenica scorsa mi ha ritrovato ad Atene a tagliare il traguardo della mia prima maratona.
Ho pensato a lungo a cosa fare adesso e sono arrivato alla conclusione che ogni uomo abbia bisogno di continue sfide per sentirsi vivo e per migliorarsi ogni giorno di più, per cui a breve tornerò su questo blog, per confidarvi come si evolveranno i miei piani, per raccontarvi altre avventure e per continuare a vivere momenti come questi.
Foo Fighters – Times like these – One by one (2002)
💯🔝. Non ho altro da aggiungere!!!