The force awakens

There’s been an awakening.

Have you felt it?

Yes.

The Dark side, and the Light.

(Supreme Leader Snoke & Kylo Ren)

Se avessi dovuto scegliere a tavolino un giorno in cui ricominciare ufficialmente a correre dopo così tante difficoltà, non avrei potuto scegliere una data migliore del 4 Maggio.

Certo, il 5 Maggio è una data molto più riconosciuta e famosa in Italia, non solo per i motivi legati alla letteratura e alla storia, ma anche da un punto di vista sportivo per l’eterna lotta tra il popolo juventino, che festeggia in quella data lo scudetto vinto o meglio perso dall’Inter all’ultima giornata, ed il popolo interista, che celebra la prima delle tre vittorie del triplete: il tris di trofei vinti in una sola stagione che da anni è motivo di orgoglio e di sfottò nei confronti delle altre tifoserie.

Ma per coloro i quali non si interessano di calcio o non sono avvezzi alle odi che cantano del mortal sospiro del glorioso Napoleone, oppure più semplicemente appartengono alla categoria dei Warsie, come d’altronde il sottoscritto (ossia i fan della saga di Star Wars) il 4 Maggio risulta un’occasione altrettanto importante da ricordare in quanto celebra tutt’altra lotta: quella tra il bene e il male, quella tra la luce e il lato oscuro.

May the 4th be with you!

Letteralmente che il 4 Maggio sia con te, il noto gioco di parole che sfrutta uno dei quote più celebri del mondo cinematografico di fantascienza, utilizzato per celebrare in tutto il mondo lo Star Wars Day, un intera giornata dedicata ad eventi, parate ed attività legate al mondo creato da George Lucas.

I pupazzielli, come li chiamerebbe quel miscredente di Gianni… si lo so trovo anch’io insopportabile la sua mancanza di fede!

Che la forza sia con te!

O forse in questo caso dovrei dire Conte.

Si perché quest’anno il 4 Maggio è coinciso con un altra data particolare: il giorno dell’entrata in vigore del nuovo decreto varato ed esposto qualche giorno fa dal Presidente del Consiglio, che introduce la cosiddetta fase due del programma di misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Nello specifico il decreto ha introdotto le tante attese regolamentazioni per la ripresa di alcune attività sportive all’aperto.

Fin dal momento in cui ho appreso la data della pubblicazione, ho pensato che fosse stato un meraviglioso scherzo del destino o, chissà, un’eccentrica decisione presa ad hoc per suggerire inconsciamente alla comunità di fare affidamento alla forza interiore di ognuno per superare anche questa fase.

Non a caso oggi, prendendo spunto almeno per il titolo da uno dei più controversi episodi della saga e parafrasando gli eventi accaduti tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, vi parlerò di cosa mi è successo in questa settimana e del risveglio della forza, o meglio del mio primo timido tentativo di ripresa degli allenamenti.

E a proposito di risveglio, quello di lunedì è stato davvero difficile.

Ovviamente il vero ostacolo non è stato aprire gli occhi ed alzarmi dal letto, sono abituato ormai a destarmi alle prime luci dall’alba, ma è stata la resistenza che ho dovuto combattere appena sveglio, per accettare l’idea di dover uscire ad allenarmi.

In fondo stavo provando nuovamente a rimettermi in gioco, ma forse era proprio quello il problema: non dovevo solo provarci!

“No. Try not. Do… or do not. There is no try.”

Ci sarebbe voluto ben altro per riprendere le buone abitudini dimenticate.

Ci sarebbe voluto ben altro per uscire di casa e riprendere da dove avevo lasciato.

Era dura, ma dovevo farcela a tutti i costi!

D’altronde l’unico modo di riuscire in una cosa è farla e non tentare di farla, ma quello che mi mancava in quel momento era la forza d’animo e per risvegliarla sarebbe servito molto di più che una sveglia puntata all’alba.

Giusto qualche giorno fa, il solo pensiero di riuscire a solcare nuovamente una pista da running mi scaldava il cuore, mentre in quel momento tutto appariva come la terribile sorte di un condannato a morte.

Ho cercato di lavarmi e vestirmi senza troppo indugiare ed ho percorso il corridoio tra la camera ed il salotto proprio come fosse l’ultimo miglio prima dell’esecuzione, cercando di trovare intorno a me qualsiasi appiglio che potesse trattenermi da quel destino.

Arrivato in sala ho commesso un gravissimo errore: ho ceduto all’idea di sedermi un attimo sul divano per infilare più comodamente le mie Mizuno ed approfittare per ritrovare la giusta concentrazione e motivazione prima di uscire.

Questa scelta ovviamente è stata fatale.

Senza neanche accorgermene sono stato improvvisamente fagocitato dai cuscini e dalle sedute del divano, come fossero le fauci di una famelica creatura divoratrice di ignari avventori.

Dopo alcuni vani tentativi di resistenza contro quella flaccida creatura color pietra lunare, improvvisamente mi sono ritrovato come in un’altra dimensione: il sogno aveva preso il controllo della mia mente, rendendo ovattato e asettico quel familiare e placido silenzio che riempiva fino a pochi attimi prima il mio salotto, come fossi stato catapultato in un multiverso parallelo in stile sottosopra di Stranger Things.

Riuscivo a percepire ancora grazie ai sensi rimasti vigili di essere sdraiato sul divano, ma al tempo stesso sentivo una presenza esterna che mi tratteneva nell’anticamera di quel sogno lucido. Era come lottare contro me stesso all’interno della cava oscura nelle paludi di Dagobah.

Ma proprio come in quel caso e al contrario degli eventi accaduti ad Hawkins, il mio subconscio sapeva che non si trattava di una creatura demoniaca, ma bensì era soltanto la trasfigurazione onirica della mia pigrizia e della mia apatia post quarantena, che cercavano in tutti i modi di trattenermi tra le loro grinfie. E pur lottando non riuscivo a venirne fuori.

In quello oscuro e suadente oblio riuscivo soltanto a vedere una fioca luce che tagliava in due il buio orizzonte di fronte a me. L’occhio socchiuso in dormiveglia aveva sicuramente ingannato la mia mente proiettando ambientazioni e atmosfere realistiche degne di Edgar Allan Poe.

Sta di fatto che ad un certo punto quella sottile linea luminosa ha iniziato a vibrare sovraesponendo le tinte piatte al di sotto del lato oscuro.

Non so dirvi come, ma ad un tratto quel lieve sfolgorio si è trasformato in un fievole sibilo. Difficile capire cosa fosse, né tantomeno identificarne la sorgente.

Ascoltandolo più attentamente, si poteva distinguere nascosto in quel vibrato un suono più familiare: quel fruscio difatti sembrava più un sussurro, una voce che mi ordinava di svegliarmi ed alzarmi in piedi.

Eppure c’ero solo io in quella stanza e nel corrispettivo universo inverso.

L’avevo sentita veramente o l’avevo semplicemente sognata?

Cercando di essere il più razionale possibile, ma rimanendo comunque creativo, immagino che probabilmente il mio inconscio abbia preso il sopravvento e in pochissimi millesimi di secondo abbia organizzato una sorta di colpo di stato per riprendere il controllo della mia mente, liberandomi dal quella trappola.

Oppure, molto più probabilmente, un rumore proveniente da fuori mi ha improvvisamente svegliato e in quei secondi di dormiveglia il mio inconscio deve avere fatto il resto.

La verità non la sapremo mai.

Quello che è certo è che, nell’udire quel suono, finalmente avevo ripreso lucidità e mi ero riuscito ad alzare in piedi nuovamente, pronto per uscire.

Immediatamente ho controllato l’orologio della cucina, con il timore di aver dormito per ore, ed invece mi sono accorto di essermi addormentato giusto un paio di minuti.

A quel punto ho preso coraggio, allacciato le scarpe e sono uscito di casa, con ancora la forma delle pieghe della pelle del divano impresso sul mio viso addormentato.

Non avrei perso neanche un attimo col timore di ripensarci ancora una volta o, peggio, riaddormentarmi senza avere probabilmente una seconda chance.

Una volta fuori, mi sono accorto di non essere stato l’unico a decidere di inaugurare le nuove istruzioni e restrizioni pubblicate sul decreto attivo da quel giorno.

Via Padova brulicava di persone che verosimilmente attendevano il 56 con cui, pochi alla volta, sarebbero andate a lavoro, in pieno rispetto del social distancing e delle normative sulla capienza dei mezzi.

Quei volti estranei trasudavano timore ed impazienza, come fossero in fila da ore, attendendo inquieti di incontrare il temuto Sven Marquardt, davanti alle porte del Berghain.

La cosa che più mia sorpreso però è stata scorgere, mentre mi avvicinavo alla pista, la Martesana ancora più affollata di una domenica pomeriggio.

Non avessi saputo le vere motivazioni di quell’insolito flusso di persone, avrei immaginato che vi fosse una gara podistica o qualche evento dedicato al running o al ciclismo.

Tanti atleti professionisti, corridori meno assidui, ma comunque disciplinati e tantissimi sportivi improvvisati, si erano dati appuntamento senza saperlo al primo running flashmob in tempo di quarantena.

Adoro il mio paese e le sue stranezze: improvvisamente il desiderio di fare sport si era instillato su migliaia di italiani.

La sincera speranza è che questo repentino interesse comune per la corsa e per la bici, possa rimanere per molti una sana routine da mantenere anche quando tutto sarà finito.

Essendo lo Star Wars Day ho anche sperato per un attimo di poter vedere i vari atleti vestiti da Jedi, da Sith o da droidi protocollati con le sneakers ai piedi.

Sarebbe stato l’unico modo, seppur bizzarro, di poter assistere alla consueta e meravigliosa parata di cosplay, ma purtroppo in quelle lande affollate c’erano solo terrestri il libera uscita o in astinenza da jogging, senza costume e senza maschere se non con quelle FFP2 ed FFP3.

Nonostante il colpo d’occhio iniziale, arrivato lungo il naviglio, mi sono reso conto che le distanze sociali e le altre precauzioni venivano rigorosamente rispettate e fortunatamente sono riuscito a correre senza mai infrangere le condizioni imposte ed i suggerimenti dati dal governo.

Essendo il primo giorno ho voluto iniziare gradualmente, cercando di accelerare il passo solo in fondo, ma, come vi avevo già anticipato nell’altro post, non ho voluto di proposito monitorare le mie performance per potermi meglio focalizzare su me stesso e sul mio corpo.

Per lo stesso motivo, per la prima volta in assoluto dall’inizio di questa mia avventura, ho corso senza ascoltare musica per tutto il tragitto, concentrandomi sul battito e sul respiro.

Le emozioni generali sono state molteplici: i primi minuti ho vissuto una sensazione di libertà mai percepita prima, muovere quei primi passi dopo tanto tempo di reclusione è stato come evadere da una prigione; col passare del tempo invece i grovigli di pensieri negativi accumulati in tutte quelle settimane di stasi, si sono lentamente sciolti, dando spazio ad altre trame più organizzate e più armoniose.

Ovviamente il fisico si è dimostrato completamente fuori forma e fuori giri, ma l’overdose di adrenalina e di endorfina in corpo non mi ha fatto percepire né la fatica né il disagio di sentirmi di nuovo impacciato come lo ero mesi fa.

Ho fatto solo pochi chilometri, anche perché dopo un po’ quella folla e le continue ronde della polizia municipale che giravano per assicurare che tutto fosse in regola, mi hanno trasmesso un po’ d’ansia, per cui ho deciso di tornare a casa, mantenendo il più possibile quella sensazione di libertà e di serenità che avevo acquisito e che cercavo da tempo.

È inutile dirvi che mentalmente e fisicamente mi sono sentito sovraccarico di vibrazioni positive. Un’esplosione di energia aveva ripulito la mente ed il corpo da quella ruggine e da quella apatia, come se avessi cambiato pelle e fossi rinato.

Con lo stesso approccio e senza commettere l’errore del divano, mercoledì e venerdì mattina, ho fatto una corsetta lungo il naviglio, raccogliendo sensazioni molto simili, ma con risultati ancora più incoraggianti, approfittando anche di un naviglio meno trafficato ed una forma leggermente più tonica.

Sono certo che prima di cantare vittoria dovrò completare almeno un’altra settimana di workout in sequenza, così da essere motivato a continuare con regolarità. Al tempo stesso mi reputo felice e fiero di aver ricominciato con il piede giusto.

Certo, ritornare alle distanze raggiunte l’anno scorso sarà difficile, come del resto lo è stato all’inizio di questo programma e, probabilmente, alcune volte dovrò disimparare ciò che ho imparato per permettere alla muscolatura di riprendere gradualmente quella forma ed osservando una disciplina diversa rispetto all’anno scorso, per esser pronto ad affrontare sfide diverse e con una maggiore continuità.

Per questo motivo domenica mattina ho intenzione di iniziare ad allenarmi anche in bici, diversificando i miei workout e raccontando così altre differenti avventure attraverso questo blog.

Oggi mi sento di nuovo appagato e carico e credo che parte di quell’apatia stia piano piano svanendo.

Dopo così tanto tempo passato ad allenare e sollecitare i miei muscoli in vista della maratona di Atene, forse questo arresto improvviso ed imposto è stato utile per recuperare le energie e distendere la muscolatura a lungo sottoposta a sollecitazioni incredibilmente intense.

Ma come spesso capita: c’è un tempo in cui bisogna lasciare che le cose accadono ed un tempo in cui bisogna fare in modo che le cose accadano.

Oggi finalmente è arrivato quel tempo e, dopo tanto riposo, adesso dovrò fare sul serio e ripartire con fermezza e solerzia, sfruttando al meglio il risveglio della forza.

Atinpiano – Star Wars – The Force Awakens – Trailer Theme – Tunes From The Death Star (2017)

3 pensieri su “The force awakens

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